Acquisteresti un prodotto alimentare o cosmetico con un’etichetta unta? Sicuramente no, anche perché molto spesso quando le etichette si ungono si deteriorano irrimediabilmente. In questo caso, la sorte di quel prodotto è segnata: verrà buttato senza poter essere utilizzato. Uno spreco che si sarebbe potuto evitare semplicemente scegliendo per la confezione un’etichetta resistente all’olio.
Se vuoi che i tuoi prodotti abbiano sempre etichette efficienti e leggibili anche nel caso in cui queste vengano in contatto con sostanze oleose, ecco a cosa devi fare attenzione.
Gli effetti dell’olio sulle tue etichette
Quando un’etichetta entra in contatto con l’olio possono verificarsi diversi problemi che non solo compromettono l’estetica del prodotto, ma possono anche rendere illeggibili informazioni cruciali come ingredienti, avvertenze o date di scadenza.
Questo soprattutto nel settore alimentare è un serio problema. Ma anche nel caso dei cosmetici la situazione non è molto diversa: se non è possibile leggere le indicazioni d’uso o la composizione di una crema idratante, ad esempio, non ci si sente del tutto sicuri a utilizzarla.
Il contatto con una sostanza oleosa può comportare:
- il distacco dell’etichetta dalla confezione, se l’olio neutralizza l’adesivo
- lo sbiadimento o la totale cancellazione delle informazioni stampate, se l’olio interagisce con l’inchiostro
- il deterioramento del frontale dell’etichetta, se l’olio lo inzuppa
- la comparsa di macchie e aloni, se l’olio viene assorbito ma non distrugge completamente l’etichetta.
L’ultimo di questi effetti è sicuramente il meno grave, ma è comunque difficile che chi trova su uno scaffale un prodotto con un’etichetta macchiata o piena di aloni decida di acquistare esattamente quella confezione.
Per metterti al riparo da questi rischi, se sai che i tuoi prodotti potrebbero venire in contatto con sostanze oleose è necessario studiare ogni “ingrediente” delle tue etichette per assicurarti la massima resistenza.
1. Il frontale
Ci sono diverse soluzioni per realizzare il frontale di un’etichetta che non tema gli effetti dell’olio, e che sia quindi definibile oleorepellente.
Le materie plastiche, in questo caso, garantiscono ottimi risultati, assicurando un’ottima resistenza, oltre che una lunga durata, all’etichetta. Polipropilene (PP), polietilene ad alta densità (HDPE) e poliestere (PET), ad esempio, offrono una buona resistenza non solo contro l’olio ma anche contro l’umidità.
Ma non è per forza necessario rinunciare alla carta: ne esistono infatti alcune trattate appositamente per renderle impermeabili a grassi vegetali e non. Queste carte specifiche resistono anche all’acqua, e generalmente sono piuttosto spesse. Possono avere una finitura opaca o lucida a seconda delle tue esigenze.
Quindi non temere: per avere un’etichetta ad alte prestazioni e resistente all’olio non è necessario rinunciare all’estetica. Potrai comunque dotarti di una soluzione che ti soddisfa anche per il suo aspetto.
2. L’adesivo
Qualunque tipo di adesivo liposolubile, vale a dire che si scioglie con l’olio o il grasso, deve essere evitato se non vuoi che la tua etichetta si stacchi quando viene in contatto con una sostanza oleosa.
Meglio quindi optare per adesivi acrilici o in gomma sintetica. La ricerca in questo settore è sempre molto attiva per trovare soluzioni in grado di risparmiare tempo e offrire ottime prestazioni. Un esempio? Ci sono degli adesivi speciali in grado di assorbire l’olio e di aderire perfettamente alla superficie: sono adatti alle situazioni in cui la superficie deve essere sgrassata prima dell’applicazione dell’etichetta.
Come si realizza un’etichetta resistente all’olio?
Una volta selezionati i materiali più adatti per la tua etichetta resistente all’olio è necessario passare alla fase di testing.
L’etichetta deve quindi essere applicata sulla superficie e sottoposta a tutte le sollecitazioni alle quali deve resistere, per valutarne le performance e stabilire se sono adeguate.
Attenzione: ovviamente bisogna tenere sempre in considerazione le normative vigenti per il settore di utilizzo dell’etichetta! Se infatti deve essere applicata su un alimento, non è possibile scegliere dei materiali qualunque basandosi solo sulle performance, ma è essenziale valutare la conformità all’utilizzo alimentare delle materie prime selezionate. Il rischio è di mettere a repentaglio la sicurezza dei consumatori, quindi non deve assolutamente essere sottovalutato.
Le normative relative al packaging sono in continua evoluzione, quindi è necessario mantenersi sempre informati per non rischiare di dotarsi di un’etichetta “fuorilegge”, che può comportare il ritiro dei prodotti dal commercio.
Se i tuoi prodotti devono essere esportati all’estero, poi, l’attenzione deve essere ancora maggiore. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono delle sostanze che non possono essere utilizzate per la realizzazione delle carte antiolio (si tratta delle PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, una famiglia di composti chimici utilizzati nell’industria), e quindi non è possibile utilizzare le carte che le contengono neanche per i frontali delle etichette. Quando queste vengono apposte su superfici in vetro o alluminio la migrazione delle PFAS verso il prodotto è impossibile, ma una bottiglietta in plastica potrebbe non essere una barriera altrettanto insuperabile.
Al momento la messa al bando delle PFAS è entrata in vigore solo in un numero ristretto di stati americani, ma questo provvedimento potrebbe sfociare in un futuro regolamento valido in tutti gli USA.
Per questo devi affidarti a un partner esperto per la realizzazione delle tue etichette, o potresti commettere (seppur in buona fede!) degli errori madornali, che farebbero ritirare i tuoi prodotti dalla distribuzione.
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La sua decennale esperienza nel mondo delle etichette l’ha reso un vero esperto del settore; sempre aggiornato sulle innovazioni tecnologiche del mercato è capace di trovare quella specifica combinazione di fattori che rende l’etichetta efficacie, funzionale, affidabile e riordinabile.