BEL – Bolzano – Produciamo etichette da 60 anni

Michele Libori

Un’etichetta che deve essere apposta su un prodotto fresco e un’etichetta per, ad esempio, dello scatolame di cibo secco possono essere uguali? Assolutamente no.

Le etichette per gli alimenti devono rispettare moltissime regole per essere considerate idonee al commercio. Non si tratta solo di normative relative ai contenuti scritti, che vengono disciplinati a livello nazionale o europeo, ma anche di direttive relative ai materiali che si possono utilizzare per la realizzazione delle etichette (e di tutto il packaging). E oltre a questo ci sono altre regole a cui è necessario fare attenzione: sono quelle del buon senso, che indicano le decisioni da prendere per assicurarsi di avere un’etichetta leggibile e resistente nelle condizioni in cui viene utilizzata.

L’ambiente di conservazione di un prodotto secco e di uno fresco sono completamente diversi tra loro, quindi è necessario che le etichette vengano progettate (e realizzate) in modo conforme a quello che sarà l’utilizzo che ne deve essere fatto.

A cosa devi fare attenzione se la tua etichetta deve andare in frigorifero? Ecco come evitare di scegliere un’etichetta inadeguata (e di dover ritirare le tue confezioni dal commercio…).

Cosa succede a un’etichetta in frigo?

Il frigorifero conserva al meglio ogni tipo di alimenti freschi, ma non si può dire che sia l’ambiente ideale per conservare ogni tipo di etichetta. Il problema principale di questo elettrodomestico è l’umidità che si forma al suo interno: un’etichetta di carta, ad esempio, si deteriora molto velocemente in un ambiente umido. Con il risultato di strapparsi facilmente o di diventare illeggibile.

E la condensa può anche fare sì che l’etichetta si stacchi, se l’adesivo non è resistente all’acqua o, peggio, se è idrosolubile.

Come ben sai, un alimento con un’etichetta mancante, rovinata o che non si legge è destinato a dover essere distrutto, perché non è possibile risalire alle informazioni utili per la sua tracciabilità, la sua scadenza o la sua composizione. E anche se fosse comunque leggibile, quindi in regola con le normative vigenti, è molto difficile che un cliente scelga di comprare una confezione con un’etichetta deteriorata.

La scelta dei materiali

Come abbiamo già detto poco sopra, una carta qualunque non è adeguata per realizzare delle etichette che resistano in frigorifero.

Tra i materiali più adatti per il frontale ci sono sicuramente quelli di derivazione plastica. Il polipropilene (PP), ad esempio, garantisce non solo resistenza all’umidità e alla condensa, ma è anche impermeabile e resistente alle basse temperature. Inoltre è un materiale che non teme le sollecitazioni meccaniche come urti o graffi, e quindi preserva la leggibilità dell’etichetta anche in caso di una movimentazione poco attenta delle confezioni.

Nessun timore nemmeno per la resa estetica dell’etichetta, perché il polipropilene può essere realizzato in moltissime finiture diverse, lisce, opache e anche trasparenti. Se si vuole realizzare una confezione più sostenibile, è possibile studiare delle etichette che vengano smaltite nella raccolta differenziata assieme al packaging su cui sono apposte.

Un altro materiale adatto alla conservazione in frigorifero sono le carte barrierate, le carte protette da un coating specifico e le carte cosiddette “anti-spappolo”, tutte disponibili in tantissime finiture diverse. Oppure è possibile trattare la carta con laminazioni e plastificazioni per aumentarne la resistenza all’umidità.

Quale adesivo utilizzare?

Non vanno evitati solo gli adesivi idrosolubili, ma anche quelli che non resistono alle basse temperature: quando un’etichetta deve essere apposta su un prodotto fresco da conservare in frigorifero, è opportuno optare per un adesivo acrilico se la superficie di applicazione è asciutta, mentresi deve preferireun adesivo a base gomma se la superficie è umida.

In particolare, si devono scegliere adesivi specificamente formulati per resistere a freddo e umidità combinati. Alcune colle, infatti, cristallizzano a temperature troppo basse, causando il distacco dell’etichetta.

Le soluzioni sul mercato sono moltissime, con adesivi testati per resistere addirittura a un range di temperatura da -40° a +70°: ovviamente se l’etichetta deve solo andare in frigorifero queste prestazioni non sono necessarie, e per questo è essenziale affidarsi a un etichettificio che analizzi con attenzione il prodotto e il suo ciclo di vita, in modo da proporre una soluzione altamente performante e studiata appositamente per ottimizzare i costi dell’etichetta, i suoi tempi di applicazione, la sua resistenza e tutte le prestazioni che deve garantire.

Attenzione alla stampa!

L’umidità può avere un effetto deleterio sulle etichette stampate perché quando la carta su cui sono stampate si screpola e si stacca rende illeggibili le informazioni riportate.

L’inchiostro scelto deve infatti essere compatibile con il materiale selezionato per il frontale dell’etichetta, che si tratti di polipropilene, poliestere o carta barrierata. Deve inoltre essere certificato per l’utilizzo in ambito alimentare, e in alcuni casi (ad esempio quando il prodotto da etichettare ha un alto contenuto di grassi) può anche essere necessario scegliere un inchiostro adeguato al contatto alimentare, che non si trasferisca sull’alimento.

Una volta selezionati tutti i materiali adeguati nel rispetto delle normative vigenti e superata la fase di testing dei prototipi, la tua etichetta sarà pronta per essere applicata sui prodotti da frigorifero e per resistere senza difficoltà.

Come si fa a rendere sempre veloce ed efficace questo processo? Noi di BEL, con il nostro esclusivo processo di progettazione e realizzazione Easy LaBEL System, ti garantiamo etichette belle, sicure e ad alte prestazioni anche per l’uso in frigorifero, che ti assicurano sempre:

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Sono una scelta elegante che permette di valorizzare i prodotti più “belli da vedere” e di renderli premium agli occhi dei potenziali clienti, facendoli scegliere tra le altre alternative a scaffale: per questo le etichette trasparenti vengono scelte prevalentemente per le confezioni di alimenti e in alcuni casi anche per i cosmetici.

Ma sono anche una scelta che può nascondere delle insidie e che richiede una particolare attenzione in fase di progettazione e di realizzazione.

Ecco gli errori che devi assolutamente evitare se vuoi che le tue etichette trasparenti siano non solo funzionali ma anche esteticamente impeccabili.

Scegliere i materiali sbagliati

Non tutti i materiali adesivi hanno lo stesso grado di trasparenza. Ad esempio, i film in PE sono meno trasparenti di quelli in PP. Lo stesso vale per diversi tipi di adesivi: gli hotmelt lo sono molto meno degli acrilici.

Se si vuole avere delle etichette con una trasparenza il più possibile cristallina, bisogna scegliere i materiali adatti: esistono combinazioni di frontali, adesivi e supporto siliconato, chiamati generalmente “clear on clear”, che danno un effetto “no label look”. Questo significa che non fanno percepire al cliente finale la presenza dell’etichetta, perché sembra che la stampa sia stata fatta direttamente sul contenitore. Generalmente questa è una scelta apprezzata per le bottiglie di alcolici oppure per i profumi.

Sottovalutare l’importanza del contrasto e dei font

Uno degli errori più comuni è non considerare adeguatamente il contrasto tra il testo dell’etichetta e il colore del prodotto. Se, ad esempio, la confezione da etichettare contiene un prodotto di colore chiaro, è necessario che i testi sull’etichetta vengano scritti con un inchiostro scuro.

Anche la scelta del font è cruciale per garantire la leggibilità. Sono quindi da evitare caratteri troppo elaborati o decorativi che possono risultare difficili da leggere su superfici trasparenti. Optare per font semplici come Arial o Helvetica, che offrono una maggiore chiarezza visiva, può essere una scelta intelligente. Inoltre, ci si deve sempre assicurare che la dimensione del carattere sia sufficientemente grande da garantire che le informazioni siano facilmente leggibili.

Quindi un’etichetta trasparente sarà per forza noiosa e poco creativa? Assolutamente no: le combinazioni di colori e font utilizzabili sono sempre moltissime e, se ci si rivolge a un partner esperto e qualificato, sarà sicuramente possibile avere un’etichetta trasparente che non passa affatto inosservata.

Trascurare la qualità della stampa

La qualità della stampa è fondamentale per tutte le etichette, e in particolar modo per quelle trasparenti. Un errore che devi assolutamente evitare è quello di utilizzare inchiostri o tecniche di stampa che non aderiscono bene al materiale trasparente che hai scelto per le tue etichette. Questo può causare sbavature o sbiadimenti nel tempo.

È importante collaborare con un fornitore di etichette che non solo utilizzi tecnologie di stampa avanzate ma che soprattutto sia in grado di selezionare gli inchiostri adatti ai materiali trasparenti. Solo così potrai assicurarti che l’etichetta mantenga la sua qualità e leggibilità nel tempo.

Ad esempio, per garantire il contrasto necessario alla lettura, sotto le parti stampate dell’etichetta è sempre necessario uno strato di bianco coprente; a volte serve addirittura un doppio strato.

Si può stampare il bianco solo sotto gli altri colori. A volte quindi è necessario fare una sezione dell’etichetta a fondo bianco per avere uno sfondo con contrasto sufficiente nel caso il cliente debba sovrastampare informazioni variabili, come lotto di produzione, peso della confezione, barcode…

L’unico caso nel quale non serve lo sfondo bianco, è quando si applica l’etichetta trasparente su un contenitore bianco, una scelta che spesso si fa nei prodotti cosmetici o in quelli per la cura della persona e della casa.

Sovraccaricare l’etichetta con troppe informazioni

Il bello di un’etichetta trasparente è proprio il suo aspetto minimal e il fatto che lascia pregustare il prodotto che sta personalizzando. Quindi non devi assolutamente commettere l’errore di cercare di inserire troppe informazioni sull’etichetta trasparente, soprattutto se è di dimensioni ridotte.

È molto più facile, putroppo, rendere confusa e difficile da leggere un’etichetta che non ha uno sfondo a contrasto, come le semplici etichette bianche con testi stampati in nero. Per questo è importante mantenere un design pulito e ordinato, concentrandosi sulle informazioni essenziali e utilizzando elementi grafici selezionati con cura per migliorare la comprensione del prodotto. Organizzare le informazioni in modo logico e chiaro aiuta i consumatori a trovare rapidamente ciò di cui hanno bisogno. E poi, come ti spieghiamo al prossimo punto, devi tenere conto delle informazioni che non puoi assolutamente omettere…

Ignorare le normative legali

Questo è un principio che vale per tutte le etichette, e quelle trasparenti non possono fare eccezioni. Soprattutto se lavori nel settore alimentare, sai che le etichette per i tuoi prodotti devono rispettare normative specifiche riguardanti le informazioni obbligatorie da riportare: quindi non puoi assolutamente pensare di omettere qualche informazione perché magari “rovina” la resa grafica della tua etichetta!

Assicurarsi che tutte le informazioni richieste dalle normative vigenti siano presenti e facilmente accessibili al consumatore è fondamentale per evitare problemi legali e mantenere la fiducia dei clienti nei tuoi prodotti e nella tua azienda.

Non pensare alle modalità d’applicazione dell’etichetta

Anche l’applicazione deve essere studiata con attenzione. Se le etichette trasparenti vengono applicate a mano, non c’è problema; se invece vengono applicate in automatico, l’applicatore utilizzato dovrà avere un sensore che “legge” la differenza di spessore.

La maggior parte degli applicatori sono dotati di una fotocellula che legge la differenza di trasparenza, che però evidentemente non funziona nel caso di un’etichetta trasparente. È essenziale informare il produttore delle etichette sulle modalità di applicazione, oppure, si rischia di non poter usare le etichette ordinate una volta pronte.

Se non è possibile o è troppo costoso dotare l’applicatore dei sensori adatti, ci sono altre possibilità da valutare: si può ad esempio stampare sul retro del supporto siliconato una sezione in colore nero o grigio scuro, in corrispondenza dell’interspazio oppure dell’intera etichetta.

Non testare l’etichetta sul prodotto finale

Questo è uno degli errori più critici che puoi fare: non testare l’etichetta sulla confezione del tuo prodotto prima di avviare la produzione in serie può rivelarsi un boomerang per le tue vendite.

Le variabili come il colore del prodotto, la forma del contenitore e le condizioni ambientali possono influenzare notevolmente l’aspetto e la tenuta dell’etichetta una volta applicata. Effettuare test su campioni reali aiuta a identificare eventuali problemi di leggibilità o estetica prima che diventino un problema su larga scala.

Vorresti delle etichette trasparenti per i tuoi packaging ma hai paura di commettere degli errori nella loro realizzazione?

Noi di BEL possiamo aiutarti: con il nostro esclusivo processo di progettazione e realizzazione Easy LaBEL System, ti garantiamo etichette perfettamente leggibili, belle, sicure e resistenti, che ti assicurano sempre:

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Preservare la freschezza degli alimenti e, allo stesso tempo, assicurare la massima semplicità di utilizzo della confezione: le etichette apri e chiudi sono progettate per consentire la chiusura e la riapertura dei pack dopo che sono stati aperti, mantenendo l’integrità del contenuto. Queste etichette sono particolarmente utili in settori come quello alimentare, dove è fondamentale preservare la freschezza e la qualità dei prodotti dopo il primo utilizzo.

Ovviamente, non tutte le etichette apri e chiudi sono uguali. Alcune richiedono delle accortezze particolari, per via del loro settore di applicazione o per venire incontro alle esigenze produttive dell’azienda che le richiede.

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Come sono fatte le etichette apri e chiudi?

Per consentire l’apertura e la richiusura dell’etichetta, è essenziale selezionare e testare con cura i materiali da utilizzare per realizzarla, tenendo conto delle caratteristiche della confezione su cui deve essere applicata.

Per selezionare l’adesivo giusto, ad esempio, è necessario valutare se l’etichetta apri e chiudi deve essere apposta su una confezione flow pack, che quindi è impacchettata con un film plastico ed ha una superficie molto liscia, oppure su un pack in cartoncino.

Nel primo caso è possibile utilizzare un adesivo permanente con una tenuta forte, che potrà essere staccato e riattaccato più volte senza intaccare il packaging.

Nel secondo caso, invece, è necessario selezionare un adesivo meno forte, oppure staccando l’etichetta si rimuoverà (o si strapperà) la carta sottostante, con il risultato di rendere impossibile richiudere il pacchetto.

A seconda delle esigenze specifiche del prodotto e delle condizioni ambientali in cui verranno utilizzate, le etichette apri e chiudi possono essere realizzate utilizzando diversi materiali:

  • Polipropilene (PP): è uno dei materiali più comuni per le etichette apri e chiudi grazie alla sua resistenza e versatilità. Può essere utilizzato in versioni sia trasparenti che opache, ed è particolarmente efficace per applicazioni che richiedono una buona resistenza agli agenti refrigeranti e all’umidità.
  • Polietilene (PE): questo materiale è spesso utilizzato per la sua flessibilità e resistenza, che lo rendono adatto alle etichette che devono adattarsi a superfici irregolari.
  • Carta adesiva: utilizzata per etichette che non necessitano di resistenza all’acqua o agli agenti chimici. La carta può essere trattata per migliorare la sua durabilità, ma generalmente è meno resistente rispetto ai materiali plastici.
  • Carta barrierata: alcune etichette apri e chiudi sono realizzate con carta barrierata all’ossigeno, che aiuta a mantenere la freschezza dei prodotti alimentari prolungando la loro shelf-life.

Ölz der Meisterbäcker: un’etichetta apri e chiudi particolare

Di recente il team BEL ha elaborato un’etichetta apri e chiudi per un nostro storico cliente, Ölz der Meisterbäcker. L’azienda produce prodotti da forno di alta qualità per il mercato austriaco, che vengono esportati anche in Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Italia.

La richiesta dell’azienda era un’etichetta apri e chiudi:

  • con un look&feel minimal
  • che venisse riconosciuta facilmente da parte delle macchine applicatrici
  • con una linguetta non adesiva per agevolare la rimozione.

La soluzione BEL:

  • Abbiamo scelto il polipropilene trasparente come materiale per l’etichetta: in questo modo l’effetto è quello di una stampa applicata direttamente sulla confezione, e l’etichetta risulta quasi invisibile mentre si vede chiaramente la freccia marrone che indica da dove staccarla.
  • Abbiamo realizzato la tacca nera per il supporto siliconato dell’etichetta, in modo che venisse riconosciuta dalla macchina applicatrice anche se è trasparente. La tacca viene eliminata in fase di applicazione.
  • Abbiamo neutralizzato l’adesivo su una parte del retro dell’etichetta con il silicone. In questo modo si crea una linguetta che agevola l’impugnatura dell’etichetta per staccarla e riattaccarla con semplicità.

Con questa etichetta abbiamo esaudito tutte le richieste del nostro cliente, fornendogli un prodotto in linea con la qualità elevata dei suoi prodotti. Tutto grazie al nostro esclusivo processo di progettazione e realizzazione Easy LaBEL System, che comprende sempre:

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Acquisteresti un prodotto alimentare o cosmetico con un’etichetta unta? Sicuramente no, anche perché molto spesso quando le etichette si ungono si deteriorano irrimediabilmente. In questo caso, la sorte di quel prodotto è segnata: verrà buttato senza poter essere utilizzato. Uno spreco che si sarebbe potuto evitare semplicemente scegliendo per la confezione un’etichetta resistente all’olio.

Se vuoi che i tuoi prodotti abbiano sempre etichette efficienti e leggibili anche nel caso in cui queste vengano in contatto con sostanze oleose, ecco a cosa devi fare attenzione.

Gli effetti dell’olio sulle tue etichette

Quando un’etichetta entra in contatto con l’olio possono verificarsi diversi problemi che non solo compromettono l’estetica del prodotto, ma possono anche rendere illeggibili informazioni cruciali come ingredienti, avvertenze o date di scadenza.

Questo soprattutto nel settore alimentare è un serio problema. Ma anche nel caso dei cosmetici la situazione non è molto diversa: se non è possibile leggere le indicazioni d’uso o la composizione di una crema idratante, ad esempio, non ci si sente del tutto sicuri a utilizzarla.

Il contatto con una sostanza oleosa può comportare:

  • il distacco dell’etichetta dalla confezione, se l’olio neutralizza l’adesivo
  • lo sbiadimento o la totale cancellazione delle informazioni stampate, se l’olio interagisce con l’inchiostro
  • il deterioramento del frontale dell’etichetta, se l’olio lo inzuppa
  • la comparsa di macchie e aloni, se l’olio viene assorbito ma non distrugge completamente l’etichetta.

L’ultimo di questi effetti è sicuramente il meno grave, ma è comunque difficile che chi trova su uno scaffale un prodotto con un’etichetta macchiata o piena di aloni decida di acquistare esattamente quella confezione.

Per metterti al riparo da questi rischi, se sai che i tuoi prodotti potrebbero venire in contatto con sostanze oleose è necessario studiare ogni “ingrediente” delle tue etichette per assicurarti la massima resistenza.

1. Il frontale

Ci sono diverse soluzioni per realizzare il frontale di un’etichetta che non tema gli effetti dell’olio, e che sia quindi definibile oleorepellente.

Le materie plastiche, in questo caso, garantiscono ottimi risultati, assicurando un’ottima resistenza, oltre che una lunga durata, all’etichetta. Polipropilene (PP), polietilene ad alta densità (HDPE) e poliestere (PET), ad esempio, offrono una buona resistenza non solo contro l’olio ma anche contro l’umidità.

Ma non è per forza necessario rinunciare alla carta: ne esistono infatti alcune trattate appositamente per renderle impermeabili a grassi vegetali e non. Queste carte specifiche resistono anche all’acqua, e generalmente sono piuttosto spesse. Possono avere una finitura opaca o lucida a seconda delle tue esigenze.  

Quindi non temere: per avere un’etichetta ad alte prestazioni e resistente all’olio non è necessario rinunciare all’estetica. Potrai comunque dotarti di una soluzione che ti soddisfa anche per il suo aspetto.

2. L’adesivo

Qualunque tipo di adesivo liposolubile, vale a dire che si scioglie con l’olio o il grasso, deve essere evitato se non vuoi che la tua etichetta si stacchi quando viene in contatto con una sostanza oleosa.

Meglio quindi optare per adesivi acrilici o in gomma sintetica. La ricerca in questo settore è sempre molto attiva per trovare soluzioni in grado di risparmiare tempo e offrire ottime prestazioni. Un esempio? Ci sono degli adesivi speciali in grado di assorbire l’olio e di aderire perfettamente alla superficie: sono adatti alle situazioni in cui la superficie deve essere sgrassata prima dell’applicazione dell’etichetta.

Come si realizza un’etichetta resistente all’olio?

Una volta selezionati i materiali più adatti per la tua etichetta resistente all’olio è necessario passare alla fase di testing.

L’etichetta deve quindi essere applicata sulla superficie e sottoposta a tutte le sollecitazioni alle quali deve resistere, per valutarne le performance e stabilire se sono adeguate.

Attenzione: ovviamente bisogna tenere sempre in considerazione le normative vigenti per il settore di utilizzo dell’etichetta! Se infatti deve essere applicata su un alimento, non è possibile scegliere dei materiali qualunque basandosi solo sulle performance, ma è essenziale valutare la conformità all’utilizzo alimentare delle materie prime selezionate. Il rischio è di mettere a repentaglio la sicurezza dei consumatori, quindi non deve assolutamente essere sottovalutato.

Le normative relative al packaging sono in continua evoluzione, quindi è necessario mantenersi sempre informati per non rischiare di dotarsi di un’etichetta “fuorilegge”, che può comportare il ritiro dei prodotti dal commercio.

Se i tuoi prodotti devono essere esportati all’estero, poi, l’attenzione deve essere ancora maggiore. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono delle sostanze che non possono essere utilizzate per la realizzazione delle carte antiolio (si tratta delle PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, una famiglia di composti chimici utilizzati nell’industria), e quindi non è possibile utilizzare le carte che le contengono neanche per i frontali delle etichette. Quando queste vengono apposte su superfici in vetro o alluminio la migrazione delle PFAS verso il prodotto è impossibile, ma una bottiglietta in plastica potrebbe non essere una barriera altrettanto insuperabile.

Al momento la messa al bando delle PFAS è entrata in vigore solo in un numero ristretto di stati americani, ma questo provvedimento potrebbe sfociare in un futuro regolamento valido in tutti gli USA.

Per questo devi affidarti a un partner esperto per la realizzazione delle tue etichette, o potresti commettere (seppur in buona fede!) degli errori madornali, che farebbero ritirare i tuoi prodotti dalla distribuzione.

Noi di BEL, con il nostro esclusivo processo di progettazione e realizzazione Easy LaBEL System, ti garantiamo etichette sicure e perfomanti, che ti assicurano sempre:

  • Consulenza e assistenza;
  • Selezione e test dei materiali;
  • Flessibilità e massima personalizzazione;
  • Ottimizzazione degli acquisti del cliente;
  • Sistema di controllo e gestione delle non conformità.

Le etichette sui prodotti non sono semplici mezzi informativi, ma hanno un peso essenziale nell’accoglienza del prodotto da parte del pubblico: un’etichetta ha il potere di influenzare l’intera esperienza dei consumatori con il prodotto, dalle aspettative al giudizio finale.

I produttori, indifferentemente dal settore di appartenenza, devono essere consapevoli dell’impatto delle informazioni indicate sulle etichette e dovrebbero riflettere su come sia necessario mantenere un approccio etico ai contenuti inseriti.

Come le etichette condizionano il pensiero e le percezioni dei consumatori

L’effetto placebo delle etichette è un fenomeno psicologico in cui le aspettative generate dall’etichetta influenzano l’esperienza dei consumatori con un determinato prodotto, modificando la loro percezione sensoriale e il gradimento del prodotto; in particolare, nell’industria alimentare questo fenomeno si manifesta anche nel sapore percepito dai consumatori.

L’effetto placebo delle etichette può portare i consumatori a percepire il prodotto come migliore o più efficace semplicemente a causa delle informazioni fornite sull’etichetta.

Le informazioni sull’etichetta che creano aspettative positive possono spingere il consumatore ad acquistare un prodotto e giudicarlo migliore di uno uguale che non riporta in etichetta le stesse diciture; viceversa, le informazioni sull’etichetta che creano aspettative negative vanno a disincentivare l’acquisto e portano il consumatore a osservare maggiori difetti.

Ad esempio, un esperimento del 2014[1] ha dimostrato che leggendo la dicitura “biologico” il consumatore si aspetta un prodotto più sano e di qualità e viene indotto a percepirlo effettivamente superiore nonostante il prodotto non presenti differenze oggettive rispetto a uno che non evidenzia la stessa informazione.

Nel corso degli anni sono stati condotto numerosi studi su questo tema proprio con l’obiettivo di comprendere a fondo la percezione e il conseguente comportamento dei consumatori davanti a differenti tipologie di etichette. Spesso sono gli stessi brand a condurre o finanziare questo tipo di ricerche in modo da progettare etichette sempre coerenti con le aspettative del mercato.

Come sfruttare le etichette senza ingannare i consumatori?

I risultati delle ricerche e degli esperimenti condotti fino a oggi suggeriscono che le etichette non solo informano, ma condizionano anche le percezioni e le esperienze dei consumatori; questo evidenzia l’importanza di un approccio etico nella creazione delle etichette, per evitare di ingannare i consumatori e rispettare le normative vigenti.

Per prima cosa, il produttore deve essere sempre aggiornato sulle informazioni obbligatorie che devono essere presenti sulle etichette; ad esempio, per i prodotti alimentari, devono essere chiare le caratteristiche dell’alimento, quali denominazione, composizione, natura, proprietà, quantità, durata, luogo di provenienza e metodo fabbricazione o produzione.

Tutte le informazioni riportate in etichetta devono essere veritiere ed è vietato usare informazioni fuorvianti per il consumatore: ad esempio, è vietato attribuire al prodotto effetti o proprietà che non possiede o suggerire che possiede caratteristiche particolari nonostante tutti gli alimenti simili possiedono le stesse caratteristiche.

In particolare, alcune comunicazioni sulle etichette possono incidere anche sui giudizi etici dei consumatori e di conseguenza sulla loro scelta e percezione dei prodotti. Una ricerca del 2016[2] ha dimostrato che le affermazioni ambientali sulle etichette possono alterare l’esperienza del consumatore con il prodotto. Ad esempio, indicando gli ingredienti come naturali la percezione del gusto dei consumatori veniva migliorato; questo perché i consumatori sono indotti a preferire prodotti percepiti come più sostenibili.

È fondamentale anche in questo caso non ingannare il cliente, ad esempio evitando il greenwashing, ovvero l’uso di affermazioni ingannevoli sulla sostenibilità, ma enfatizzando solo caratteristiche ambientali che riflettono pratiche sostenibili reali.

L’effetto placebo delle etichette è spiegato dal fatto che le etichette attivano associazioni cognitive ed emotive, influenzando così le percezioni sensoriali del consumatore; le immagini riportate sulle etichette amplificano questo effetto sulle persone. Ad esempio, un’immagine che evoca freschezza può indurre il consumatore a percepire il prodotto realmente più fresco, allo stesso modo un’immagine di tradizione può portare il consumatore a percepire il prodotto più autentico.

Per evitare di ingannare i consumatori, le immagini illustrative dei prodotti alimentari devono rispettare determinati requisiti normativi, garantendo trasparenza; il produttore è quindi tenuto a conoscere le normative di riferimento e utilizzare solo rappresentazioni accurate, fedeli e non fuorvianti.

Considerato lo spazio così limitato di una singola etichetta, risulta evidente che ogni parola e immagine usata fa la differenza nel condizionare l’atteggiamento delle persone verso i tuoi prodotti; etichettare in modo etico ti permette di non compromettere la reputazione del tuo marchio e contribuire a educare i consumatori, rendendoli più consapevoli delle loro scelte alimentari.

Noi di BEL comprendiamo l’importanza delle etichette e, grazie ai nostri 60 anni di esperienza nel settore, possiamo garantirti la realizzazione di etichette di qualità che rispettano gli standard di sicurezza; inoltre, offriamo soluzioni personalizzate che contribuiscono a costruire un rapporto di fiducia con i tuoi clienti.


[1] Schouteten, J.J., “The influence of organic labels on the sensory perception of foods: A systematic review and meta-analysis.” Appetite

[2] Lee, W.C.J., & Yoon, J. (2016). “The effects of environmental claims on consumers’ perceptions and taste experience: Evidence from experimental auctions.” Journal of Cleaner Production

Se lavori in un settore come l’alimentare, il farmaceutico o il cosmetico sai bene quanti accorgimenti sono necessari per ottenere prodotti che siano sicuri per la salute. E ovviamente non solo le modalità produttive ma anche le scelte che fai per confezionare i tuoi prodotti devono essere particolarmente attente. Un materiale non idoneo o una lavorazione sbagliata possono rendere addirittura pericoloso un alimento, un farmaco o una crema.

Come si sceglie un packaging adeguato per prodotti di questo tipo?

Le variabili da tenere in considerazione sono ovviamente moltissime. E tra queste anche la progettazione e realizzazione delle tue etichette hanno un ruolo essenziale. Per esempio: pensi che si possa utilizzare un inchiostro qualunque per stampare le etichette dei prodotti alimentari o dei farmaci? Non è affatto così. Solo alcune tipologie di inchiostro possono garantirti la massima sicurezza per i tuoi prodotti. Tra questi, un posto d’onore va sicuramente all’inchiostro a bassa migrazione.

Continua a leggere e scopri cosa rischi se sbagli inchiostro sulle tue etichette per prodotti alimentari!

Gli inchiostri per la stampa dei packaging

La regola aurea per il packaging nei settori alimentare e farmaceutico è che tutto ciò che è a contatto diretto o indiretto con il prodotto non deve assolutamente compromettere la composizione e le caratteristiche dell’alimento (o del farmaco).

Ovviamente, gli inchiostri da stampa impiegati sulle etichette e sui contenitori non fanno eccezione. Questi devono infatti essere sottoposti a rigorosi test sulla conformità alle normative di sicurezza e devono essere progettati per ridurre al minimo la possibilità di trasferimento sulle superfici sui quali vengono applicati.

Vediamo meglio cosa significa. Gli inchiostri sono formati da pigmenti, responsabili della loro colorazione, e da sostanze di carica, a cui si deve la loro consistenza. A queste componenti si aggiungono altre sostanze che permettono all’inchiostro di asciugarsi più o meno velocemente.

Ogni inchiostro, infatti, una volta applicato sul supporto deve cambiare stato – passando quindi da liquido a solidoper ancorarsi alla superficie su cui viene applicato.

Tra le diverse tipologie di inchiostro più diffuse ci sono:

  • Inchiostri a base acqua, che si asciugano facendo evaporare l’acqua passando l’etichetta in particolari forni di asciugatura;
  • Inchiostri a base solvente, che si asciugano per evaporazione spontanea dell’alcool;
  • Inchiostri UV formulati con fotoiniziatori che reagiscono alla luce ultravioletta: questi inchiostri rimangono liquidi alla luce del sole e si asciugano sotto i raggi UV, quindi quando vengono esposti a delle lampade calibrate per emettere luce con una particolare frequenza.

La stampa UV, che viene fatta utilizzando quest’ultimo tipo di inchiostri, è tra le più utilizzate nella stampa industriale e commerciale.

Ma c’è un ma. Una volta che gli agenti chimici detti fotoiniziatori vengono attivati dai raggi UV, scatenando la reazione chimica che fa passare l’inchiostro da liquido a solido in modo molto rapido, rimangono attivi. Quindi anche dopo che l’inchiostro si è asciugato ci sono delle molecole che continuano a muoversi, per esempio passando attraverso la carta su cui sono applicate. La migrazione di queste molecole continua finché non incontrano una barriera in grado di fermarle: più sono piccole le molecole più il filtro della barriera deve essere stretto per trattenerle e non farle arrivare a contatto con, ad esempio, l’alimento su cui è applicata un’etichetta stampata con inchiostri UV.

I vantaggi degli inchiostri a bassa migrazione

Per evitare che l’inchiostro si trasferisca sul contenuto, ogni materiale usato per realizzare il packaging degli alimenti o dei farmaci deve quindi essere una barriera più o meno efficace.

Gli unici materiali ritenuti barriere sicure al 100% sono il vetro, l’alluminio e la banda stagnata. Come fare, quindi, per impedire il trasferimento delle molecole di inchiostro anche su contenitori di materiali diversi, come plastica e cartone? È necessario utilizzare degli inchiostri a bassa migrazione.

Sono strutturati con fotoiniziatori più grandi, che possono quindi essere frenati più facilmente anche da barriere a trama più grossa di vetro o alluminio. Gli inchiostri a bassa migrazione sono l’unico modo per garantire che la quantità di migrazione di sostanze potenzialmente nocive sia sotto la soglia indicata dalle normative europee.

Come essere certi di avere un’etichetta e un packaging sicuri?

Attenzione: non basta scegliere un inchiostro a bassa migrazione per essere certi che questo non si traferisca sull’alimento o sul farmaco etichettato! È necessario eseguire dei test per ogni singolo packaging, tenendo conto della tipologia di prodotto che deve essere confezionato.

La prestazione delle barriere dipende infatti da numerosi fattori, tra cui la temperatura, la quantità di grassi del prodotto e il suo grado di umidità. Per esempio alimenti grassi come prosciutto, burro o olive tendono ad attirare i fotoiniziatori, quindi le barriere per il packaging di questo tipo di prodotti devono essere più fitte e performanti rispetto a quelle usate per gli alimenti secchi.

Nel settore alimentare esistono diverse normative di riferimento che delineano gli standard da seguire durante la fase di packaging, ma non c’è ancora un regolamento completo e definitivo a livello europeo. Attualmente valgono il principio di prudenza e ci sono vari decreti legge che regolamentano la tutela dei consumatori, ma se ti rivolgi a un etichettificio poco esperto potresti non avere la garanzia che le tue etichette siano prodotte in modo da tutelare la salute dei consumatori.

Devi essere consapevole del fatto che nel settore alimentare gli unici inchiostri sicuri sono quelli a bassa migrazione, quindi devi essere certo di usarli sia per la stampa sui contenitori che sulle etichette che applichi sull’imballaggio.

Non sono pochi infatti i casi di contaminazione causati dall’utilizzo di inchiostri non a norma: uno dei più famosi è quello dei cioccolatini in cui l’inchiostro ha superato sia la barriera dello strato di stagnola in cui erano avvolti che quella delle due scatole di cartone in cui erano contenuti. Il secondo strato di cartone era stato stampato con un inchiostro non a bassa migrazione, che è riuscito a raggiungere il cioccolato facendogli cambiare sapore.

Evita rischi inutili: noi di BEL, ad esempio, utilizziamo solo inchiostri a bassa migrazione per i quali disponiamo di certificato di conformità alimentare. Per garantirti un’etichetta perfettamente sicura, studiamo a fondo il tuo prodotto in modo da tenere in considerazione tutte le variabili che possono avere un impatto sulla corretta conservazione del prodotto alimentare che devi etichettare.

Affidandoti a BEL puoi quindi garantire la massima sicurezza alla tua azienda e ai tuoi consumatori.

Inoltre, solo con noi puoi contare sulle garanzie di Easy LaBEL System, il sistema che abbiamo elaborato per gestire interamente il processo di progettazione e realizzazione, affiancandoti e assicurandoti per ogni etichetta:

  • Consulenza e assistenza;
  • Selezione e test dei materiali;
  • Flessibilità e massima personalizzazione;
  • Ottimizzazione degli acquisti del cliente;
  • Sistema di controllo e gestione delle non conformità.

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