BEL – Bolzano – Produciamo etichette da 60 anni

Certificazioni e normative

Le etichette sui prodotti non sono semplici mezzi informativi, ma hanno un peso essenziale nell’accoglienza del prodotto da parte del pubblico: un’etichetta ha il potere di influenzare l’intera esperienza dei consumatori con il prodotto, dalle aspettative al giudizio finale.

I produttori, indifferentemente dal settore di appartenenza, devono essere consapevoli dell’impatto delle informazioni indicate sulle etichette e dovrebbero riflettere su come sia necessario mantenere un approccio etico ai contenuti inseriti.

Come le etichette condizionano il pensiero e le percezioni dei consumatori

L’effetto placebo delle etichette è un fenomeno psicologico in cui le aspettative generate dall’etichetta influenzano l’esperienza dei consumatori con un determinato prodotto, modificando la loro percezione sensoriale e il gradimento del prodotto; in particolare, nell’industria alimentare questo fenomeno si manifesta anche nel sapore percepito dai consumatori.

L’effetto placebo delle etichette può portare i consumatori a percepire il prodotto come migliore o più efficace semplicemente a causa delle informazioni fornite sull’etichetta.

Le informazioni sull’etichetta che creano aspettative positive possono spingere il consumatore ad acquistare un prodotto e giudicarlo migliore di uno uguale che non riporta in etichetta le stesse diciture; viceversa, le informazioni sull’etichetta che creano aspettative negative vanno a disincentivare l’acquisto e portano il consumatore a osservare maggiori difetti.

Ad esempio, un esperimento del 2014[1] ha dimostrato che leggendo la dicitura “biologico” il consumatore si aspetta un prodotto più sano e di qualità e viene indotto a percepirlo effettivamente superiore nonostante il prodotto non presenti differenze oggettive rispetto a uno che non evidenzia la stessa informazione.

Nel corso degli anni sono stati condotto numerosi studi su questo tema proprio con l’obiettivo di comprendere a fondo la percezione e il conseguente comportamento dei consumatori davanti a differenti tipologie di etichette. Spesso sono gli stessi brand a condurre o finanziare questo tipo di ricerche in modo da progettare etichette sempre coerenti con le aspettative del mercato.

Come sfruttare le etichette senza ingannare i consumatori?

I risultati delle ricerche e degli esperimenti condotti fino a oggi suggeriscono che le etichette non solo informano, ma condizionano anche le percezioni e le esperienze dei consumatori; questo evidenzia l’importanza di un approccio etico nella creazione delle etichette, per evitare di ingannare i consumatori e rispettare le normative vigenti.

Per prima cosa, il produttore deve essere sempre aggiornato sulle informazioni obbligatorie che devono essere presenti sulle etichette; ad esempio, per i prodotti alimentari, devono essere chiare le caratteristiche dell’alimento, quali denominazione, composizione, natura, proprietà, quantità, durata, luogo di provenienza e metodo fabbricazione o produzione.

Tutte le informazioni riportate in etichetta devono essere veritiere ed è vietato usare informazioni fuorvianti per il consumatore: ad esempio, è vietato attribuire al prodotto effetti o proprietà che non possiede o suggerire che possiede caratteristiche particolari nonostante tutti gli alimenti simili possiedono le stesse caratteristiche.

In particolare, alcune comunicazioni sulle etichette possono incidere anche sui giudizi etici dei consumatori e di conseguenza sulla loro scelta e percezione dei prodotti. Una ricerca del 2016[2] ha dimostrato che le affermazioni ambientali sulle etichette possono alterare l’esperienza del consumatore con il prodotto. Ad esempio, indicando gli ingredienti come naturali la percezione del gusto dei consumatori veniva migliorato; questo perché i consumatori sono indotti a preferire prodotti percepiti come più sostenibili.

È fondamentale anche in questo caso non ingannare il cliente, ad esempio evitando il greenwashing, ovvero l’uso di affermazioni ingannevoli sulla sostenibilità, ma enfatizzando solo caratteristiche ambientali che riflettono pratiche sostenibili reali.

L’effetto placebo delle etichette è spiegato dal fatto che le etichette attivano associazioni cognitive ed emotive, influenzando così le percezioni sensoriali del consumatore; le immagini riportate sulle etichette amplificano questo effetto sulle persone. Ad esempio, un’immagine che evoca freschezza può indurre il consumatore a percepire il prodotto realmente più fresco, allo stesso modo un’immagine di tradizione può portare il consumatore a percepire il prodotto più autentico.

Per evitare di ingannare i consumatori, le immagini illustrative dei prodotti alimentari devono rispettare determinati requisiti normativi, garantendo trasparenza; il produttore è quindi tenuto a conoscere le normative di riferimento e utilizzare solo rappresentazioni accurate, fedeli e non fuorvianti.

Considerato lo spazio così limitato di una singola etichetta, risulta evidente che ogni parola e immagine usata fa la differenza nel condizionare l’atteggiamento delle persone verso i tuoi prodotti; etichettare in modo etico ti permette di non compromettere la reputazione del tuo marchio e contribuire a educare i consumatori, rendendoli più consapevoli delle loro scelte alimentari.

Noi di BEL comprendiamo l’importanza delle etichette e, grazie ai nostri 60 anni di esperienza nel settore, possiamo garantirti la realizzazione di etichette di qualità che rispettano gli standard di sicurezza; inoltre, offriamo soluzioni personalizzate che contribuiscono a costruire un rapporto di fiducia con i tuoi clienti.


[1] Schouteten, J.J., “The influence of organic labels on the sensory perception of foods: A systematic review and meta-analysis.” Appetite

[2] Lee, W.C.J., & Yoon, J. (2016). “The effects of environmental claims on consumers’ perceptions and taste experience: Evidence from experimental auctions.” Journal of Cleaner Production

Se lavori in un settore come l’alimentare, il farmaceutico o il cosmetico sai bene quanti accorgimenti sono necessari per ottenere prodotti che siano sicuri per la salute. E ovviamente non solo le modalità produttive ma anche le scelte che fai per confezionare i tuoi prodotti devono essere particolarmente attente. Un materiale non idoneo o una lavorazione sbagliata possono rendere addirittura pericoloso un alimento, un farmaco o una crema.

Come si sceglie un packaging adeguato per prodotti di questo tipo?

Le variabili da tenere in considerazione sono ovviamente moltissime. E tra queste anche la progettazione e realizzazione delle tue etichette hanno un ruolo essenziale. Per esempio: pensi che si possa utilizzare un inchiostro qualunque per stampare le etichette dei prodotti alimentari o dei farmaci? Non è affatto così. Solo alcune tipologie di inchiostro possono garantirti la massima sicurezza per i tuoi prodotti. Tra questi, un posto d’onore va sicuramente all’inchiostro a bassa migrazione.

Continua a leggere e scopri cosa rischi se sbagli inchiostro sulle tue etichette per prodotti alimentari!

Gli inchiostri per la stampa dei packaging

La regola aurea per il packaging nei settori alimentare e farmaceutico è che tutto ciò che è a contatto diretto o indiretto con il prodotto non deve assolutamente compromettere la composizione e le caratteristiche dell’alimento (o del farmaco).

Ovviamente, gli inchiostri da stampa impiegati sulle etichette e sui contenitori non fanno eccezione. Questi devono infatti essere sottoposti a rigorosi test sulla conformità alle normative di sicurezza e devono essere progettati per ridurre al minimo la possibilità di trasferimento sulle superfici sui quali vengono applicati.

Vediamo meglio cosa significa. Gli inchiostri sono formati da pigmenti, responsabili della loro colorazione, e da sostanze di carica, a cui si deve la loro consistenza. A queste componenti si aggiungono altre sostanze che permettono all’inchiostro di asciugarsi più o meno velocemente.

Ogni inchiostro, infatti, una volta applicato sul supporto deve cambiare stato – passando quindi da liquido a solidoper ancorarsi alla superficie su cui viene applicato.

Tra le diverse tipologie di inchiostro più diffuse ci sono:

  • Inchiostri a base acqua, che si asciugano facendo evaporare l’acqua passando l’etichetta in particolari forni di asciugatura;
  • Inchiostri a base solvente, che si asciugano per evaporazione spontanea dell’alcool;
  • Inchiostri UV formulati con fotoiniziatori che reagiscono alla luce ultravioletta: questi inchiostri rimangono liquidi alla luce del sole e si asciugano sotto i raggi UV, quindi quando vengono esposti a delle lampade calibrate per emettere luce con una particolare frequenza.

La stampa UV, che viene fatta utilizzando quest’ultimo tipo di inchiostri, è tra le più utilizzate nella stampa industriale e commerciale.

Ma c’è un ma. Una volta che gli agenti chimici detti fotoiniziatori vengono attivati dai raggi UV, scatenando la reazione chimica che fa passare l’inchiostro da liquido a solido in modo molto rapido, rimangono attivi. Quindi anche dopo che l’inchiostro si è asciugato ci sono delle molecole che continuano a muoversi, per esempio passando attraverso la carta su cui sono applicate. La migrazione di queste molecole continua finché non incontrano una barriera in grado di fermarle: più sono piccole le molecole più il filtro della barriera deve essere stretto per trattenerle e non farle arrivare a contatto con, ad esempio, l’alimento su cui è applicata un’etichetta stampata con inchiostri UV.

I vantaggi degli inchiostri a bassa migrazione

Per evitare che l’inchiostro si trasferisca sul contenuto, ogni materiale usato per realizzare il packaging degli alimenti o dei farmaci deve quindi essere una barriera più o meno efficace.

Gli unici materiali ritenuti barriere sicure al 100% sono il vetro, l’alluminio e la banda stagnata. Come fare, quindi, per impedire il trasferimento delle molecole di inchiostro anche su contenitori di materiali diversi, come plastica e cartone? È necessario utilizzare degli inchiostri a bassa migrazione.

Sono strutturati con fotoiniziatori più grandi, che possono quindi essere frenati più facilmente anche da barriere a trama più grossa di vetro o alluminio. Gli inchiostri a bassa migrazione sono l’unico modo per garantire che la quantità di migrazione di sostanze potenzialmente nocive sia sotto la soglia indicata dalle normative europee.

Come essere certi di avere un’etichetta e un packaging sicuri?

Attenzione: non basta scegliere un inchiostro a bassa migrazione per essere certi che questo non si traferisca sull’alimento o sul farmaco etichettato! È necessario eseguire dei test per ogni singolo packaging, tenendo conto della tipologia di prodotto che deve essere confezionato.

La prestazione delle barriere dipende infatti da numerosi fattori, tra cui la temperatura, la quantità di grassi del prodotto e il suo grado di umidità. Per esempio alimenti grassi come prosciutto, burro o olive tendono ad attirare i fotoiniziatori, quindi le barriere per il packaging di questo tipo di prodotti devono essere più fitte e performanti rispetto a quelle usate per gli alimenti secchi.

Nel settore alimentare esistono diverse normative di riferimento che delineano gli standard da seguire durante la fase di packaging, ma non c’è ancora un regolamento completo e definitivo a livello europeo. Attualmente valgono il principio di prudenza e ci sono vari decreti legge che regolamentano la tutela dei consumatori, ma se ti rivolgi a un etichettificio poco esperto potresti non avere la garanzia che le tue etichette siano prodotte in modo da tutelare la salute dei consumatori.

Devi essere consapevole del fatto che nel settore alimentare gli unici inchiostri sicuri sono quelli a bassa migrazione, quindi devi essere certo di usarli sia per la stampa sui contenitori che sulle etichette che applichi sull’imballaggio.

Non sono pochi infatti i casi di contaminazione causati dall’utilizzo di inchiostri non a norma: uno dei più famosi è quello dei cioccolatini in cui l’inchiostro ha superato sia la barriera dello strato di stagnola in cui erano avvolti che quella delle due scatole di cartone in cui erano contenuti. Il secondo strato di cartone era stato stampato con un inchiostro non a bassa migrazione, che è riuscito a raggiungere il cioccolato facendogli cambiare sapore.

Evita rischi inutili: noi di BEL, ad esempio, utilizziamo solo inchiostri a bassa migrazione per i quali disponiamo di certificato di conformità alimentare. Per garantirti un’etichetta perfettamente sicura, studiamo a fondo il tuo prodotto in modo da tenere in considerazione tutte le variabili che possono avere un impatto sulla corretta conservazione del prodotto alimentare che devi etichettare.

Affidandoti a BEL puoi quindi garantire la massima sicurezza alla tua azienda e ai tuoi consumatori.

Inoltre, solo con noi puoi contare sulle garanzie di Easy LaBEL System, il sistema che abbiamo elaborato per gestire interamente il processo di progettazione e realizzazione, affiancandoti e assicurandoti per ogni etichetta:

  • Consulenza e assistenza;
  • Selezione e test dei materiali;
  • Flessibilità e massima personalizzazione;
  • Ottimizzazione degli acquisti del cliente;
  • Sistema di controllo e gestione delle non conformità.

Sono sempre di più le aziende che vogliono un’etichetta compostabile per i propri prodotti. Questa tendenza non riguarda solo il settore alimentare ma si sta estendendo anche a diversi altri ambiti produttivi, per un motivo molto semplice: l’attenzione alle buone pratiche della sostenibilità è oggi essenziale nel mondo del lavoro. I clienti sono sempre più propensi ad acquistare prodotti ritenuti sostenibili, e sono sempre più informati relativamente alla separabilità del packaging e allo smaltimento degli imballaggi.

Anche la ricerca dei materiali e delle soluzioni, di conseguenza, è in continua accelerazione. Per questo sono tantissime le possibilità di adesivi e inchiostri tra le quali un’azienda, oggi, può scegliere se vuole un’etichetta compostabile per i suoi prodotti.

Cosa significa compostabile?

Un’etichetta compostabile deve rispettare le indicazioni della norma tecnica EN 13432, che riporta i requisiti degli imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione. È una norma armonizzata a livello europeo e pubblicata per la prima volta nel 2000.

La compostabilità di un’etichetta può essere dichiarata solo in presenza di caratteristiche ben definite. Se vengono rispettate, sarà possibile apporre sull’etichetta legalmente il logo dell’ente certificatore che garantisce la conformità alla norma EN 13432. Non si può, infatti, dire che un’etichetta è compostabile senza un’adeguata certificazione!

Le caratteristiche principali di un’etichetta compostabile sono diverse. Ecco le principali:

  • Deve essere in grado di biodegradarsi per almeno del 90% in 6 mesi
  • Se è stata a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale dell’etichetta deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm.
  • I valori di pH e il contenuto salino del materiale di cui è composta devono rispettare un limite stabilito. Stessa cosa dicasi per la concentrazione di solidi volatili, metalli pesanti additivati, azoto, fosforo, magnesio e potassio.

Le limitazioni sono molte e particolarmente rigide, ma come detto in precedenza esistono comunque diverse alternative di materiali adatti a realizzare etichette compostabili che combinano estetica e prestazioni. A patto però di rivolgersi a un partner serio e qualificato, perché bastano piccoli errori per compromettere la compostabilità di un’etichetta.

Gli inchiostri compostabili da utilizzare

Le loro formulazioni contengono ingredienti a base di acqua e componenti naturali, per questo gli inchiostri compostabili assicurano una scomposizione che non rilascia residui tossici. Oltre a questo, spesso incorporano materiali provenienti da fonti rinnovabili, come oli vegetali e resine naturali.

Le prestazioni degli inchiostri compostabili sono sempre più elevate. Oggi esistono soluzioni resistenti all’usura, alle intemperie e ad altri fattori ambientali, che rendono le etichette leggibili e durevoli nel tempo. Ma comunque è importante sapere che i materiali compostabili non sono adatti per le condizioni estreme. Nel caso degli alimenti, che devono essere conservati con cura e per un tempo non troppo lungo, sono però la soluzione perfetta per integrare sostenibilità e funzionalità al massimo livello.

Attenzione: non è possibile, ad esempio, verniciare l’etichetta con una vernice qualsiasi per renderla più resistente o brillante! In questo caso, infatti, il trattamento potrebbe renderla non più smaltibile nel compost.

Gli adesivi compostabili più diffusi

Anche gli adesivi per le etichette compostabili sono ovviamente realizzati con materiali conformi alle normative, quindi principalmente sono a base d’acqua e di amidi vegetali. Possono infatti contenere resina di gomma, gelatina, caseina, glucosio, amido di grano o di mais, fecola di patate. Molti li chiamano anche colle vegetali, proprio per la loro composizione.

L’alternativa alle colle vegetali sono gli adesivi a base acrilica appositamente studiati per essere smaltiti nel compost. Sono adatti non solo per un’applicazione automatica ad alta velocità ma anche per il contatto con gli alimenti.

L’essenziale è sempre combinare un frontale adeguato allo specifico adesivo, oppure si rischia di compromettere la compostabilità dell’etichetta.

Progettare e realizzare un’etichetta compostabile richiede conoscenze approfondite dei materiali, delle normative e delle ultime novità in tema di sostenibilità. Solo in questo modo, infatti, è possibile selezionare per te la soluzione che non solo rispetta le norme ma è anche adeguata alle prestazioni di cui hai bisogno e al tuo budget.

Noi di BEL collaboriamo da anni con grandi realtà d’impresa, rispondendo a ogni tipo di esigenza con un servizio completo e attento alle nuove necessitò delle aziende.

Easy LaBEL System è il sistema TUTTO incluso che abbiamo elaborato per gestire interamente il processo di progettazione e realizzazione, affiancandoti e garantendoti per ogni etichetta, compostabile e non:

  • Consulenza e assistenza;
  • Selezione e test dei materiali;
  • Flessibilità e massima personalizzazione;
  • Ottimizzazione degli acquisti del cliente;
  • Sistema di controllo e gestione delle non conformità.

Spesso i clienti o i potenziali clienti che ci contattano per avere delle informazioni ci chiedono se abbiamo la certificazione BRC; la frequenza con cui ci viene posta questa domanda mi ha spinto a scrivere questo contenuto per il blog aziendale.

Partiamo dall’inizio.

Cos’è la certificazione BRC?

Nata inizialmente per sorvegliare la catena di produzione alimentare, questa certificazione ha ormai esteso il suo raggio d’azione, coinvolgendo tutti gli “attori” del processo produttivo alimentare, inclusi i produttori di imballaggi alimentari e materiali che entrano a contatto con gli alimenti, come le etichette.

L’ispezione BRC è un audit cronometrato, mirato a verificare se il processo produttivo dichiarato nei documenti corrisponda con la realtà operativa dello stabilimento. Si effettuano anche accertamenti finalizzati a individuare potenziali rischi per la salute dei consumatori o variazioni nelle caratteristiche organolettiche del prodotto finito.

Nel caso delle etichette e degli imballaggi, l’obiettivo è garantire che non vi siano contaminazioni con sostanze dannose, quali metalli pesanti, che potrebbero compromettere la qualità e la sicurezza del prodotto alimentare confezionato.

Qualche mese fa abbiamo affrontato l’ispezione a sorpresa per il rinnovo della certificazione BRC, un attestato che rappresenta un pilastro fondamentale per la garanzia di qualità e sicurezza alimentare nei processi produttivi.

Che cosa significa scegliere un fornitore di etichette certificato BRC?

Come mai i clienti ci pongono questa domanda così di frequente?

Ora che abbiamo compreso cosa sia la certificazione BRC, vediamo perché la collaborazione con un fornitore di etichette certificato può comportare una serie di vantaggi significativi per te.

  1. Qualità e sicurezza garantite

Collaborando con un fornitore di etichette certificato BRC hai la certezza di ricevere prodotti realizzati secondo standard elevati in termini di qualità e sicurezza. La conformità a tali standard costituisce una barriera invalicabile per elementi dannosi e garantisce che i tuoi prodotti rimangano sicuri per i consumatori.

  • Semplificazione delle verifiche

La certificazione BRC comporta un rigoroso processo di audit. Quando scegli un fornitore di etichette con questa certificazione, eviti una serie di verifiche aggiuntive, poiché gli accertamenti sono già stati effettuati in fase di certificazione. Questo semplifica il processo di approvvigionamento, riducendo il carico burocratico.

  • Internazionalizzazione semplificata

La collaborazione con fornitori certificati BRC, che operano secondo standard qualitativi riconosciuti a livello internazionale, agevola qualsiasi processo di internazionalizzazione dei tuoi prodotti. Questo significa che potrai espandere con fiducia il tuo mercato in nuovi paesi, sapendo di poter contare su un partner affidabile.

In breve, scegliendo un fornitore di etichette con certificazione BRC, ottimizzi la qualità e la sicurezza dei tuoi prodotti, semplificando le procedure di approvvigionamento e puoi potenziare il tuo percorso di internazionalizzazione. La certificazione BRC è un distintivo di fiducia e impegno per garantire la massima eccellenza nella produzione di etichette.

Non trascurare l’importanza di questo aspetto cruciale nella tua catena di produzione.

Noi di BEL abbiamo superato l’ispezione di cui ti parlavo e ottenuto il rinnovo della certificazione BRC; possiamo pertanto garantirti tutti i vantaggi che ti ho elencato.

Inoltre, collaborando con noi, puoi contare sull‘Easy LaBEL System, il sistema che ti assicura le tue etichette con TUTTO incluso; sono, infatti, incluse:

  • Consulenza e assistenza;
  • Selezione e test dei materiali;
  • Flessibilità e massima personalizzazione;
  • Ottimizzazione degli acquisti del cliente;
  • Sistema di controllo e gestione delle non conformità.

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